ATM - Trappola mortale

Regia: David Brooks
Cast: Alice Eve, Josh Peck, Brian Geraghty
Produzione: USA, Canada
Anno: 2012
Durata: 90 minuti

TRAMA

Dopo aver lasciato la festa natalizia dell’ufficio, David si offre per accompagnare a casa Emily, di cui è segretamente invaghito. Alla coppia si unisce anche l'invadente Corey che chiede ai colleghi di fermarsi al bancomat per poter prelevare dei soldi e poi fermarsi a mangiare qualcosa insieme. Solo che, una volta entrati nello sportello, uno psicopatico incappucciato si piazza davanti alla porta di ingresso impedendo ai tre ragazzi di uscire. Sarà l'inizio di una lunga notte di prigionia.

RECENSIONE

Negli ultimi anni uno dei tanti modi di generare tensione nello spettatore è stato quello di legare la suspense all'unità di spazio e tempo in cui è ambientato il film. Tutti ricordano sicuramente "In linea con l'assassino", di Joel Shumacher, nel quale Colin Farrell rimaneva bloccato all'interno di una cabina telefonica per l'intera durata del film. Un'idea del genere potrebbe anche strappare qualche risata, legata al fatto che un film interamente girato in uno spazio ristretto non potrebbe non risultare noioso. E invece ora le pellicole di questo genere si sprecano. Basti pensare a due esempi come "Frozen" (bloccati sulla seggiovia) o "Buried" (rinchiuso in una bara).
L'ultima trappola mortale (che è tra l'altro il semplice sottotitolo italiano di ATM) è un bancomat con i nostri tre malcapitati intrappolati all'interno, attanagliati da un villain incappucciato che osserva la loro prigionia dall'esterno, addirittura comodamente seduto su uno sgabello.
L'idea di base è molto facilmente riconducibile al primo capitolo di "Saw" (persone intrappolate, libertà di prendere delle decisioni, pazzo che li osserva) e forse l'idea del regista debuttante David Brooks era proprio quella di eguagliare l'allora esordiente James Wan e aggiungere all'immaginario collettivo un nuovo psicopatico. Le intenzioni ci sono, ma il cattivo non riesce a raggiungere i livelli di quel genio del male che è Jigsaw.
Una delle differenze di ATM rispetto agli altri film del genere, (e purtroppo anche uno dei suoi difetti principali) sta nel fatto che le vittime non sono bloccate all'interno del bancomat da una serratura che non riescono ad aprire. Le porte sono infatti aperte e i ragazzi possono uscire in qualsiasi momento e affrontare l'uomo che li sta assediando. Questa variante mette i protagonisti nella condizione di avere maggiore possibilità di scelta, di indirizzare in modi diversi i loro destini e di conseguenza prendere decisioni che non coincidono con il pensiero dello spettatore. Ora che è lontano perchè non scappano per chiamare aiuto? Loro sono in tre e lui è da solo, perchè non provano ad aggredirlo? Queste sono alcune delle domande che lo spettatore si chiede in alcune situazioni che, affrontate diversamente, avrebbero risolto il film in maniera diversa. Detto questo c'è da dire che i protagonisti sono meno irritanti di altri loro colleghi in altri film e, se si sorvola su alcune loro ingenuità e le si attribuisce al panico, allora il film può divertire. Ma è un divertimento provvisorio perchè appena iniziano i titoli di coda, ci si dimentica di aver visto il film.
Voto: 5
(Andrea Costantini)