A nightmare on Elm Street

Regia: Samuel Bayer
Cast: Jackie Earle Haley, Kyle Gallner, Rooney Mara, Katie Cassidy, Thomas Dekker, Kellan Lutz, Clancy Brown, Connie Britton, Lia D. Mortensen, Julianna Damm, Christian Stolte, Katie Schooping Knight, Hailey Schooping Knight
Nazione: Usa
Anno: 2010
Durata: 95 minuti

TRAMA

Nancy assiste impotente alla morte di un suo amico, attribuita da tutti al suo precario stato mentale. Ma quando anche la sua amica Kris trova la morte in maniera piuttosto strana, la ragazza comincia a porsi delle domande. Insieme con Quentin, Nancy risale a un passato che accomuna entrambi con tutti i loro amici che sono appena morti: la frequentazione ai tempi delle elementari di una scuola di cui lei e gli altri hanno però perso il ricordo.

RECENSIONE

Remake del celebre primo film della serie "Nightmare on Elm Street" di Wes Craven del 1984, inizialmente questo nuovo adattamento avrebbe dovuto parlare della storia di Freddy, ma disaccordi in fase di stesura della sceneggiatura hanno poi ridotto il tutto a un classico rifacimento, con citazioni di battute e scene dall'originale.
Data l'ossessione dei produttori di aggiornare il plot, in verità non soltanto datato ma del tutto superato da nuove e successive atrocità, si è deciso di fare di Freddy un pedofilo, contro la precedente identità che lo voleva un semplice assassino di bambini. Mossa questa che, in sol colpo, aggiorna il tutto e schiera automaticamente qualsiasi genitore dalla parte di quelli che alla fine hanno creato Freddy così com'è, per il semplice fatto di essersi fatti giustizia da soli.
Tralasciando tutte le evidenti polemiche su quanto l'applicazione della giustizia mordi e fuggi all'americana possa procurare successivamente degli incubi ai figli di coloro che ammazzano la gente, senza neanche un dubbio, una domanda o magari un processo, in nome della loro stessa difesa, possiamo agevolmente sorvolare anche su tutto il sottotesto teso a creare una figura di Freddy monodimensionale, meno sarcastica e nel complesso meno efficace di quella del passato.
Non tanto a causa del fatto che a interpretarla sia stato chiamato un inespressivo e quasi catatonico Jackie Earle Haley, ma perché il carattere dato al personaggio da Robert Englund si distingueva soprattutto per una neanche tanto sottile vena gigionesca, quasi subliminale nel primo film e successivamente sviluppata al massimo nei sequel, fino all'apoteosi di sangue e idiozia del famoso "Freddy vs Jason".
I ritocchi di sceneggiatura si riducono quindi alla semplificazione della personalità del leggendario Freddy, che a questo punto non si capisce neanche perché debba poi sopravvivere nei ricordi rimossi e nei sogni delle sue vittime, e al tentativo di aggiornare il tutto con l'uso di cellulari e di un'inspiegabile cancellazione del processo che, in originale, conduceva Freddy dritto in prigione.
L'insieme della struttura portante del film si tiene sostanzialmente sulle scene meglio riuscite dell'originale, qui replicate senza ritegno, fatto questo che induce più di una perplessità nello spettatore che ricorda ancora le scene in questione come degli esempi ben riusciti di splatter senza neanche troppi effetti speciali.
Certo la citazione di scene e battute da un film originale, all'interno del suo remake, ha spesso il sapore di un omaggio, se non di un desiderio di ricalcare le parti migliori per esaltare il lavoro di un buon predecessore, ma l'assoluta mancanza di estro per quel che concerne la rappresentazione di tutta la restante parte non ricalcata dall'indimenticato primo film, lascia lo spettatore con la sgradevole sensazione di aver assistito a un saccheggio privo di senso.Comunque se, nell'ottica di un aggiornamento di una trama famosa, il tutto volesse essere una rappresentazione della colpa complessiva che emerge nei sogni delle generazioni future di chi ha commesso di certo qualcosa di terribile, dovremmo in ogni caso aspettarci che un buon numero di persone, in America come in qualsiasi altra parte del mondo, non dorma a causa degli incubi dati dalla cancellazione dei processi e dei semplici diritti umani in caso di sospetto terrorismo, operati dai loro padri e che sembrano voler implacabilmente ricadere sulle innocenti nuove generazioni.
Ma naturalmente non è certo questo il punto, la verità è che lo spettatore medio, dormendo della grossa durante tutto il film, potrebbe svegliarsi davvero soltanto se a scuoterlo ci fosse Freddy in persona seduto al suo fianco, nella sala buia di un cinema di periferia in una notte d'estate.
Voto: 4,5
(Anna Maria Pelella)