Scream

Regia: Wes Craven
Cast: David Arquette, Drew Barrymore, Neve Campbell, Courtney Cox, Jamie Kennedy, Matthew Lillard, Rose McGowan, Liev Schreiber, Skeet Ulrich, Henry Winkler
Sceneggiatura: Kevin Williamson
Montaggio: Patrick Lussier
Musiche: Marco Beltrami
Nazione: USA
Anno: 1996
Durata: 107 minuti

TRAMA

Nella tranquilla cittadina di Woodsboro si aggira un serial killer mascherato che ha già barbaramente ucciso un ragazzo ed una ragazza di 17 anni.
Ben presto, anche la giovane Sidney Prescott (Neve Campbell), la cui madre è stata trovata assassinata e stuprata un anno prima, inizia a ricevere le prime minacce.
Le vittime aumentano, e il killer pare non avere ancora un volto.

RECENSIONE

In seguito all’avvento ormai lontano di “Nightmare - Dal profondo della notte” (1984), il regista Wes Craven, indubbiamente uno dei grandi esperti del genere, ha diretto pellicole di qualità medio-bassa, senza dubbio ben al di sotto delle entusiastiche aspettative; ad incrementare le quotazioni del buon Craven, è arrivato però nel 1996 questo gioiellino simbolo dell’horror anni ’90 dal titolo “Scream”, primo fortunato capitolo della nota trilogia, cui seguirà nel ’97 il sequel e nel 2000 il terzo capitolo, entrambi diretti dallo stesso Craven.
“Scream” è un concentrato di citazionismo e auto citazionismo, che omaggia esplicitamente i vari titoli che hanno fatto la storia del genere horror; numerosi sono i riferimenti al maestro John Carpenter e al suo “Halloween - La notte delle streghe” (1978).
Il regista, con questa sua ennesima opera cinematografica (l’ultima della sua carriera davvero memorabile), inaugura un nuovo modo di fare cinema di genere, a metà tra lo slasher e il thriller, dotato di uno stile originale ed inverosimile, che non presenta particolari virtuosismi registici ma non può fare a meno di coinvolgere ed elettrizzare.
Il sangue e gli omicidi non sono però gli unici aspetti messi in scena da Craven, che riflette altresì sul rapporto degli adolescenti (quasi tutti i personaggi hanno meno di 18 anni) con il cinema e la televisione, su come questi due mezzi tecnologici possano influenzare le giovani menti che li seguono morbosamente. Il cinema è veramente in grado di manipolare la mente e coscienza umana? E’ un interrogativo a cui lo spettatore dovrebbe cercare di dare una risposta al termine della visione...
Ben scritto dall’esordiente Kevin Williamson, il film gode inoltre di ottime prestazioni attoriali da parte di tutto il cast, che, salvo qualche nome già noto al pubblico (David Arquette, Courtney Cox) è composto più che altro da volti giovani e semisconosciuti; all’epoca Neve Campbell, Rose McGowan e Drew Barrymore erano solo poco più che ventenni. Geniale ed azzeccatissima la presenza dell’ex Fonzie di “Happy Days”, Henry Winkler nel ruolo del Preside Imbry, notevoli Skeet Ulrich e Matthew Lillard.
Diverse le scene da ricordare: innanzitutto la magistrale apertura sul telefono che squilla preceduta da uno straziante urlo che accompagna il titolo del film, il dialogo nella videoteca tra Randy (J. Kennedy) e Stuart (M. Lillard) e quello che precede il primo amplesso tra Billy (S. Ulrich) e Sidney (N. Campbell): “La vita è un film, un grande meraviglioso film, solo che non puoi scegliere il genere...” ed infine la rocambolesca e sanguinolenta chiusura.
A parer del sottoscritto, il miglior horror degli anni ’90 e uno dei più originali e riusciti dai tempi di classici come “Halloween” e “Venerdì 13”.
Voto: 8
(Francesco Manca)