Room 205

Titolo originale: Kollegiet
Regia: Martin Barnewitz
Cast: Neel Rønholt, Mikkel Arendt, Julie Ølgaard, Mira Wanting, Jon Lange, Rikke Lylloff, Steen Stig Lommer, Tania Maria Odgaard, Rasmus Kjær Flensborg, Morten Brovn Jørgensen
Nazione: Danimarca
Anno: 2007
Durata: 90 minuti

TRAMA

Katrina giunge nel dormitorio della scuola che frequenta, accompagnata da suo padre. Ha perso sua madre da poco e una strana sensibilità sembra essersi impossessata di lei. Un giorno le sembra di vedere una figura in uno specchio, nella stanza 205, abitata da Sanne. Facendo un po' di ricerche scopre che le dicerie sulla stanza riguardano una ragazza trovata morta in circostanze misteriose. Ma quando rompe lo specchio casualmente, gli eventi precipitano.

RECENSIONE

La "Room 205" è strettamente imparentata con qualsiasi stanza infestata vi venga in mente. Intanto l'intero complesso studentesco ha un debito nei confronti delle scuole di Argento, prima fra tutte l'accademia di "Suspiria", e poi quella di "Phenomena". Entrambe situate in centro Europa, dove le streghe abbondano. Anche Katrina è una strega, ma non lo sa. Quello che sa è che sua madre è morta, ma lei ne celebra ancora il compleanno, e che vede cose negli specchi. Alcuni si incrinano al suo tocco, roba da finire bruciata, in tempi neanche tanto lontani. La sua vicina di stanza, nonchè abitatrice dell'interno incriminato, la odia del tutto a ragione, dal momento che Katrina ha avuto un incontro assai ravvicinato col suo ragazzo. E mentre un certo numero di persone comincia a vedere la propria morte negli specchi, che puntualmente si avvera come visualizzato, Katrina stringe un legame con Rolf. Lui la aiuterà a venire a capo del mistero della stanza 205, ma ad un prezzo piuttosto alto.
Immaginate la versione danese di "Into the mirror", o del suo remake privo di senso "Mirrors".
In tutti i casi abbiamo degli specchi che aprono porte. Le porte in questione hanno la sgradevole tendenza ad essere attraversate da persone che hanno avuto un'esperienza di morte violenta, e della quale ritengono responsabili quelli che sono al di qua dello specchio. Il tutto si traduce in una carneficina di quelle che non si dimenticano e in un esorcismo fuori tempo massimo. Tutto qua. Certo l'ambientazione danese non giova molto a queste tematiche, non saprei dire se per manifesta freddezza dei protagonisti, o solo per la regia un po' televisiva. Il racconto è simile a mille altri film sul tema delle infestazioni, solo con un sottotesto di ineluttabilità e di tristezza che rende il risultato assai mortifero. Katrina è l'emblema della passività e della rassegnazione di fronte al destino, nonchè nemesi perfetta della poveretta spinta al di là dello specchio da uno stupro finito male.
E le sue colleghe di dormitorio sono stronze esattamente come quelle di "Suspiria" o di "Phenomena", anni addietro. Il senso di soffocamento che prende Katrina prima e lo spettatore poi, impregna tutta la pellicola, e i corridoi dello stabile e la sua lavanderia saranno dei buoni sostituti dell'inferno. Le scuole si sa sono posti infernali, ma non sempre chi ci va si trova a dover fare i conti con il passato di qualcun altro. Il racconto si svolge lento come un incubo, e la capacità di Katrina di mettere insieme i pezzi del puzzle servirà solo a rinviare la fine cui tutti i protagonisti del dramma sono destinati. Del resto è la morte quella che abita gli specchi, e se di volta in volta assume connotati differenti in onore della sua ultima vittima, non vuol certo dire che chi riesce a rimandarla al di là dello specchio abbia vinto l'eterna lotta col destino ultimo.
Voto: 5
(Anna Maria Pelella)