Devilman

Regia: Hiroyuki Nasu
Cast: Hisato Izaki (Akira), Yusuke Izaki (Ryo Asuka/Satana), Ayana Sakai (Miki Makimura), Ai Tominaga (Arpia Silen)
Soggetto: tratto dal manga "Devilman" di Go Nagai
Sceneggiatura: Machiko Nasu
Produzione: Giappone
Anno: 2004
Durata: 115 minuti

TRAMA

Un timido adolescente giapponese di nome Akira Fudo si fonde con il demone Amon per acquisirne i poteri e proteggere il mondo dall’invasione dell’esercito dei demoni.
Dopo la fusione, la vita di Akira cambia radicalmente. Né uomo né diavolo, egli diventa Devilman, protagonista di una vicenda apocalittica che avrà il suo triste epilogo nell’estinzione della razza umana!

RECENSIONE

Molti di voi ricorderanno la serie televisiva dedicata all’uomo-diavolo per antonomasia che imperversava sulle reti locali anni fa; ed altrettanti di voi probabilmente già sapranno che il gigante verdastro in mutandoni non era altro che la versione edulcorata (e comunque indimenticabile) di un personaggio fumettistico molto più cupo e violento nato dalla fervida nonché perversa mente di Go Nagai (papà di Goldrake, Mazinga, Jeeg e di tanti altri characters più o meno noti al grande pubblico).
Le discrepanze tra la storia originale e quella animata sono dovute alla piega eccessivamente truce che il manga assunse fin dai primissimi episodi ma proprio le atmosfere sanguinarie unite alle complesse tematiche sociali e alle premesse pseudo-bibliche (con tanto di Satana, angeli e Dio) hanno reso Debiruman un vero capolavoro dell’horror a fumetti, apprezzato ancora oggi nonostante, va detto, il tratto incerto e rigido dell’autore.
Orbene, trasporre in celluloide un’opera del genere non era impresa facile e difatti questo live movie raggiunge a stento la mediocrità a causa delle molteplici carenze tecniche e recitative.
In primis, regia e sceneggiatura, sconclusionate quanto mai, falliscono indecentemente nel tentativo di raccontare la parte più interessante della storia, ovvero la guerra fratricida che si scatena in tutto il mondo quando i demoni, guidati da Satana in persona, si rivelano agli uomini cominciando a fondersi indiscriminatamente con essi e nascondendosi fra loro; la “caccia alle streghe” che ne consegue (momento indimenticabile del fumetto) e che conduce il genere umano sull’orlo dell’autodistruzione, viene ridicolizzata da alcune “trovate” davvero biasimevoli: ad esempio, i primi avvistamenti dei demoni, le guerre e i saccheggi, non ci vengono davvero mostrati ma raccontati da un giornalista afro-americano nel suo “Morrison’s world news“; se a questo aggiungete che il predetto ancoreman è interpretato da un ammasso di steroidi antropomorfo (Bob Sapp) capirete come l’ansia, il terrore e l’atmosfera da imminente apocalisse vadano, paradossalmente, a farsi benedire!
Comunque, è d’uopo sottolineare che anche gli attori apportano un contributo innegabile e pregnante... alla bruttezza di questo film (sono cattivo, lo so). C’è da premettere che il cast è stato scelto in base al richiamo che avrebbe esercitato sul pubblico più giovane e così Akira Fudo e il suo amico/antagonista Ryo Asuka (incarnazione di Satana) sono interpretati dai fratelli Izaki, membri di una boy band giapponese (i Flame), mentre il demone più amato dai fan, l’Arpia Silen, è Ai Tominaga nota modella del sol levante che, non a caso, parla poco e appare per lo più seminuda. Riguardo al protagonista, l’aver affidato il ruolo ad un belloccio smagrito dallo sguardo perennemente assonnato, assolutamente incapace di rendere appieno il cambiamento, anche fisico, che si verifica in Akira dopo la fusione con Amon, è un errore davvero imperdonabile che finisce per penalizzare anche l’aspetto meramente supereroistico del film, rendendo involontariamente comiche le scene d’azione e rovinando quel che di buono rimaneva della trama originale (come la triste storia d’amore tra Akira e Miki Makimura); divertentissima e nel contempo triste per ovvi motivi, è la scena in cui il nostro sedicente salvatore incontra un Go Nagai in abito talare che, emulando Stan Lee, si lancia in un improbabile cammeo interpretando nientemeno che un prete! Ma lascio a voi il compito di decidere chi, tra i due, meriti di più l’oscar per la “miglior faccia da scemo” e passo a commentare un altro aspetto di questa pellicola ovvero gli effetti speciali e, in particolare, l’uso tanto smodato quanto grezzo del PC.
Qui pesa enormemente l’avarizia dei produttori, palesata dal continuo “riciclo” delle scene realizzate in computer grafica: pensate che Hisato Izaki cammina quasi sempre con il braccio destro alzato e piegato a coprirsi il volto in quanto gli animatori hanno realizzato una sola versione della trasformazione Akira/Devilman, che inizia con questa ridicola posa! Anche i combattimenti lasciano molto a desiderare e l’armageddon finale si riduce ad un susseguirsi caotico di primi piani ed esplosioni di energia a mò di videogioco per Playstation (e neanche per Playstation 3!)
Peccato. Soprattutto perché la versione filmica di un altro mito nipponico (Kyashan) faceva ben sperare in una ripresa del cinema d’intrattenimento made in Japan e c’era chi, come me, già sognava di godersi Mazinga in carne e pixel. Bah... Meglio ritornare ai cari, vecchi, intramontabili, cartoons.
Voto: 5
(Stefano Palumbo)