1408

Regia: Mikael Hafstrom
Cast: John Cusack, Samuel L. Jackson, Mary McCormack, Jasmine Jessica Anthony, David
Nicholson, Alexandra Silber, Tony Shalhoub, Emily Harvey, Noah Lee Margetts
Tratto: "1408" in "Tutto è fatidico" di Stephen King
Anno: 2007
Durata: 94 minuti

TRAMA

Mike Enslin scrittore un tempo noto, ha perso in sol colpo figlioletta, moglie ed ispirazione e si riduce a scrivere libri sulle case infestate. Nel corso delle sue ricerche si imbatte nella camera 1408 del Dolphin Hotel a New York e decide di recarsi in loco per passare la notte nella stanza e poi raccontare l’esperienza nel prossimo libro. Ma le cose saranno prima rese difficili dal direttore dell’albergo, che cerca di dissuaderlo e poi dallo spirito stesso della stanza che si manifesterà non appena varcata la soglia.

RECENSIONE

Nella stanza 1408 del Dolphin Hotel c’è un pezzetto dell’Overlook Hotel. E non solo perchè in entrambi i casi le pericolose stanze vengono dalla penna di Stephen King, ma soprattutto perchè tutte e due le infestazioni di cui si parla nei rispettivi film, sono veramente cattive e senza speranza.
Ma cominciamo dall’inizio, l’albergo in questione sebbene decisamente infestato, non compare sui giornali nè nelle raccolte di storie pittoresche su dimore rese famose dagli abitanti indesiderati.
Il nostro eroe, che per la verità è un sopravvissuto alla sfortuna che vive raccontando improbabili storie a lettori affamati di brividi a buon mercato, è uno scrittore che arriva di gran carriera al Dolphin Hotel e chiede proprio la stanza 1408 (a proposito fate un pò la somma e indovinate il risultato). L’affabile direttore decide prima di dissuaderlo negando ogni infestazione poi, di fronte alla mole di morti sospette che Mike gli elenca, passa a tentare di spaventarlo mostrandogli la sua personale documentazione sulle morti in questione, e alla fine tenta di blandirlo con una bottiglia di preziosissimo brandy di importazione, bottiglia che incredibilmente diventerà lo strumento della momentanea salvezza dell’incosciente cacciatore di fantasmi.
A questo punto Mike, che a colpi di avvocati aveva già vinto battaglie più dure di questa, si accinge a varcare la soglia della 1408 e, meglio sarebbe stato se non l’avesse mai fatto.
Piano piano insieme a lui faremo la conoscenza delle persone che avevano in precedenza abitato la stanza e, cosa anche peggiore, sentiremo la voce della stessa che ci spiega con calma che siamo in guai talmente seri che l’unica via d’uscita risulterà essere in realtà, solo un rimandare la definitiva permanenza oltre la vita nel pericoloso postaccio.
Il film ha un ritmo ben congegnato e assicura una tensione costante durante tutta la durata dell’esperienza di Mike nella stanza incriminata. Essa è effettivamente una temibile approssimazione dell’inferno, con tanto di sbalzi termici e quadri che cambiano di continuo e ne invadono l’interno.
Le scene devono molto all’uso sapiente della computer grafica, che senza strafare ne rende inquietante ogni angolo. Il plot è convincente quanto basta a farci decidere di concedere la tanto sospirata sospensione dell’incredulità che, di questi tempi molto pochi riescono davvero a stimolare.
Del resto se è pur vero che King è molto amato dal cinema, a volte questo amore è stato anche ricambiato e i fan, che complice una buona regia hanno chiuso più volte un occhio di fronte a pellicole non proprio fedeli, in questo caso non potranno lamentarsi. Qua siamo in presenza di una trasposizione abbastanza fedele, solo leggermente ampliata a favore di una rappresentazione che rendesse al meglio l’inquietudine delle pagine da cui è tratta, pagine tra le più riuscite degli ultimi anni di un autore per la verità assai bravo, ma discontinuo in quanto a qualità.
Un mefistofelico Samuel Jackson, dismessi i panni del cacciatore di serpenti di alta quota e quelli del predicatore del sud che redime una Christina Ricci assai lasciva, accoglie Mike e lo stupefatto spettatore con uno sguardo di quelli che inceneriscono e con l’affabilità di chi sottintende una conoscenza soprannaturale degli eventi. La compostezza con cui parla e nel contempo ammicca al povero sciocco cacciatore di fantasmi di carta, risulta decisamente più inquietante di tutte le invettive e le pistolettate che solitamente siamo abituati a vedergli lanciare. John Cusack per la prima volta bravo sul serio, ci rende partecipi del dramma attraverso una misurata disperazione che cresce di pari passo con la nostra e la sua percezione che questa volta ci siamo davvero, i fantasmi esistono.
La regia è molto misurata, e rende con grande onestà la progressiva spersonalizzazione ad opera della stanza del povero Mike, inducendo più di un momento di identificazione nel coinvolto spettatore.
Consigliatissimo ai fans del Re e a tutti gli amanti delle storie soprannaturali narrate con gusto e sostenute da una buona recitazione.
Voto: 7
(Anna Maria Pelella)