Basic instinct 2

Titolo originale: Basic instinct 2: risk addiction
Regia: Michael Caton Jones
Cast: Jan Chappell, Stan Collymore, Hugh Dancy, Terence Harvey, Neil Maskell, David Morrissey, Charlotte Rampling, Sharon Stone, David Thewlis, Ellen Thomas
Soggetto: Joe Eszterhas
Sceneggiatura: Leora Barish, Henry Bean
Nazione: USA, Germania, Spagna, Gran Bretagna
Anno: 2006
Durata: 113 minuti

TRAMA

La provocante scrittrice Catherine Tramell è a Londra dove si ritrova coinvolta in un caso di omicidio. Dopo essere stata assolta dall’accusa viene affidata in cura al dottor Michael Glass che prova per lei un’irresistibile attrazione; ben presto altri misteri si faranno strada nella città, e a questo punto comincia la caccia all’assassino.
La prima ad essere indagata è chiaramente la Tramell.

RECENSIONE

Torna finalmente dopo tredici lunghi anni, la provocante e sensuale scrittrice americana Catherine Tramell, una donna bella e incantevole quanto furba e pericolosa che ha il volto di una Sharon Stone non più giovanissima ma ancora attraente, che dopo aver sedotto l'agente Nick Curran (Michael Douglas) sotto la meticolosa prova registica dell'esperto Paul Verhoeven, vola a Londra dove si ritrova nuovamente coinvolta in un caso di omicidio; la sua preda stavolta è un tenebroso psichiatra di nome Michael Glass (David Morrisey). Raccontato in questo modo, "Basic instinct 2" sembrerebbe uno di quei pochi thriller che riescono veramente a coinvolgerti nella storia e a farti sentire un membro di essa; purtroppo questo non è il caso della pellicola in questione, che è sì il sequel del famosissimo film che vide Douglas e la Stone abbracciati e aggrovigliati in una torbida storia d'amore, di sesso e di misteriosi omicidi che sorprese gran parte del pubblico americano e non, ma anche qualcos'altro, ovvero, una mielosa e pedante messa in scena che assomiglia più a una ridicola detective-story che a un giallo perlomeno decente. David Morrisey non è Michael Douglas, e questo credo sia fin troppo chiaro, e la mancanza di Verhoeven dietro la macchina da presa si sente (eccome...). Al comando stavolta c'è Michael Caton Jones, famoso per aver diretto "The jackal" spy-story con Bruce Willis e Richard Gere, che pur riuscendo a giocarsi qualche buona carta, non alza il livello della tensione, che per tutta la durata si mantiene veramente basso. Rispetto al prequel, qui ci sono pochissime scene di sesso, e quelle che Jones ci mostra, a mio avviso, non sono neanche da bollino rosso; peccato perchè l'incipt iniziale prometteva tutt'altro.
Se volete qualche aggettivo con cui si possa descrivere questo film, posso dirvi: superficiale, discontinuo, scialbo, piatto, farraginoso, pallido, indegno... e potrei andare avanti per ore! Quel che mi dispiace di più, è che non si salvi neanche la meravigliosa Charlotte Rampling, lasciata completamente in ombra e costretta a recitare in coppia con l'antipaticissimo Morrisey (avrebbe dovuto pagare per stare vicino a lei! Che vergogna!).
Mi rivolgo ai produttori: se proprio fra altri tredic'anni dovrete fare un altro "Basic instinct" (quando ormai Sharon Stone avrà le tette che arriveranno fino alle ginocchia), vi prego di ricontattare Verhoeven, che almeno lui ci sa fare con la macchina da presa, e lo ha dimostrato in più di una occasione.
Voto: 4,5
(Francesco Manca)