Il codice Da Vinci

Titolo originale: The Da Vinci code
Regia: Ron Howard
Cast: Tom Hanks, Jaen Reno, Alfred Molina, Audrey Tautou, Ian McKellen
Sceneggiatura: Akiva Goldsman
Fotografia: Salvatore Totino
Musiche: Hans Zimmer
Produzione: USA
Anno: 2006
Durata: 148 minuti

TRAMA

Robert Langdon, noto professore americano di simbologia, sta tenendo un congresso a Parigi quando viene interrotto dall'arrivo della polizia: un curatore del Louvre è stato trovato assassinato nella Grande Galleria e viene richiesto un suo intervento per decifrare i simboli trovati sul suo corpo martoriato. Scortato al Louvre, Langdon si trova faccia a faccia col capitano Bezu Fache, che lo crede colpevole del crimine e spera che la visione del cadavere lo possa fare in qualche modo confessare. Ma Langdon, che doveva incontrarsi quella sera stessa col curatore per discutere di simbologia, non sa nulla di quanto è successo nella Grande Galleria qualche ora prima: non sa che un inquietante monaco albino di nome Silas, ingaggiato da un esponente di spicco dell'Opus Dei, è sulle tracce dei membri di un'antica setta per sterminarli tutti e porre fine alla minaccia che potrebbe cancellare, se rivelata, 2000 anni di dogmi cristiani.
L'arrivo di Sophie Neveu, una esperta crittografa chiamata a collaborare con la polizia, dà a Langdon la possibilità di capire le vere intenzioni di Bezu Fache. Perché in realtà il curatore assassinato è il nonno di Sophie, che prima di morire era riuscito a scrivere un messaggio indirizzato proprio a lei: Principessa Sophie, trova Robert Langdon.
Comincia così per i due una rocambolesca fuga attraverso le strade di Parigi, costantemente braccati dalla polizia e dal monaco assassino, mentre il mistero del Codice Da Vinci, cifrato e tramandato dal vecchio custode alla nipote, si dipana lentamente rivelando una realtà tanto scomoda quanto blasfema: la discendenza terrena di Gesù Cristo.

RECENSIONE

Ron Howard porta nelle sale di mezzo mondo il libro evento che ha entusiasmato milioni di lettori e schifato la critica e gli intellettuali in generale con un thriller di fattura mediocre che non regge il confronto né col libro né tanto meno col suo cast oneroso. Gli attori sembrano quasi saperlo, e forse è per questo che il protagonista principale, Tom Hanks, con la sua buffa capigliatura e il volto monoespressivo, sembra smarrito e annoiato, più alla ricerca di un punto di fuga qualsiasi che a rivelare il Codice; Jean Reno, coi suoi occhi gentili e miti, proprio non convince nel personaggio ombroso e grintoso del capitano Bezu Fache, neanche quando fa il cattivo pestando a morte un controllore di volo; Alfred Molina, Audrey Tautou e Ian McKellen se la cavano egregiamente, sorpassando perfino i primi in prestanza artistica. Anche il monaco albino, Paul Bettany, rende bene l'idea del personaggio descritto nel libro.
Se da una parte il film segue in maniera fin troppo ferrea gli eventi descritti nel libro, con tanto di stacco nei capitoli, dall'altra riassume in maniera piuttosto blanda i vari enigmi, rendendoli più simili a banali giochi di logica che qualsiasi bambino riuscirebbe a svelare. La telecamera diventa imperatrice e cerca di contenere tutto, ma proprio tutto, accavallandosi fra passato e presente in sfumate confuse ma tecnicamente interessanti. Infine, le fughe architettate dallo stesso Brown, una volta trasportate in fotogrammi, sembrano degne di un James Bond di serie B, lasciando all'immaginario degli spettatori dubbie piroette di areomobili e discutibili gincane di macchine abbastanza piccole da sfrecciare su improbabili marciapiedi deserti nel centro parigino.
Qualcuno potrebbe dire che mediocrità del film ricalca la mediocrità del romanzo spogliato del suo contenuto rivelatore. Purtroppo è così. Il codice Da Vinci non è nient'altro che un film di mero intrattenimento commerciale, prodotto al momento giusto e amato dal pubblico proprio per la sua leggerezza intrinseca, nonché dalla fama data dal romanzo. Lasciando perdere l'impatto visivo, si è colpiti dal messaggio positivo dell'immagine umanizzata di Cristo, che per una volta nella storia si avvicina veramente a tutti noi, e si allontana dai dogmi mistici e imperiosi di una chiesa troppo conservatrice.
Voto: 7